Lo sguardo degli altri
Anna Rimoldi Beguin
Primi lavori – Olio
La Fontana di Nettuno, in piazza della Signoria a Firenze, è all’origine di una serie di lavori all’olio realizzati negli anni 2000/2005.
Divinità marine, ninfee, fauni in bronzo, l’enorme dio del mare in marmo bianco inspirano opere possenti sia per il loro formato che per i colori forti e il trattamento originale.
I soggetti più importanti sono i Fauni e i Cavalli.
Il bronzo dei primi è reso in tonalità scure di blu, verde, marrone mentre il marmo dei cavalli gioca con dei rosa e grigi delicati. Di particolare interesse è il cavallo in blu.
Il segno soggiacente è sicuro, la riproduzione realistica mentre il colore dà una nota di modernità.
Il tema del cavallo sarà ulteriormente utilizzato con altre tecniche e materiali, dall’inchiostro di China alle sabbie.
Sabbie e materie
Nella Collegiata di S.Quirico d’Orcia (12°-13°s.) due leoni sostengono le colonne del portico romanico.
La loro superficie granulosa, levigata in parte dal tempo, sollecita una ricerca per ricrearne l’effetto.
È l’inizio di una serie di opere – dai leoni ai paesaggi collinari, alle opere più astratte – che utilizzano principalmente sabbie, tessuti, materiali diversi. In altri lavori, questi materiali, usati più parsimoniosamente, sono completati da tratti pastosi d’olio o d’acrilico.
In alcuni quadri la ricerca si esplicita in forme astratte: la grossa tela granulosa si inserisca in sabbie scure a cui fa contrasto la luminosità della rena bianca, giochi in bianco e nero allietati da tenui arabeschi, campiture bicolori ricordanti le opere di Burri. Più tardi, impasti di sabbie colorate arricchiscono la paletta e rendono più corposa la stesura. Alle sabbie si aggiungono pietruzze e legnetti, materiali organici di diversa specie. I colori si differenziano e le terre e le ocre si prolungano in verdi caldi o dalle tonalità più fredde che già preannunciano il paesaggio.
Ecco le grandi tele dove il paesaggio toscano della Val d’Orcia e delle Crete viene trattato in modo inabituale: il pennello è sostituito da impasti e colate di sabbia. Cosi, il cielo, le colline lontane, i calanchi, la ricchezza dei campi dai colori cangianti, alberi e fiori sembrano prender corpo nella tela.
Chi è abituato a tali paesaggi ritrova in questi lavori la dolce rotondità delle colline, levigate in tempi remoti dalla acque del Mediterraneo che le coprivano, e l’asperità di terre lavorate da sempre dalla fatica dei contadini.
Paesaggi, testimoni di un’antica civiltà che ne fa la bellezza.
Il trattamento inabituale di sabbie e materie, è pure usato nella figurazione di alcuni personaggi. Il loro disegno sicuro è confermato da alcune opere in bianco e nero: corpi e volti di donne, donne d’oriente.
Dalla sabbia ai sassi
In una cala tranquilla della costa toscana, la rena si accumula sulla spiaggia in mucchietti grumosi e i ciottoli levigati dalla risacca si trasformano in oggetti fantasiosi. Colori e forme di un’infinita varietà interpellano l’occhio attento che sa osservarli per tradurli, più tardi, sulla tela.
Ciottoli e sassi dalle sfumature delicate attraversati, a volte, da una linea bianca. Il passare di una nuvola o la prossimità del mare trasformano i colori. Uno spruzzo d’acqua o il rametto portato dall’onda arricchiscono il soggetto.
Forme minerali, rese vive dalla natura che le circonda, sempre in movimento.
E questo gioco di forme e di colori si ritrova su tele di dimensioni diverse. Una grande tela, centinaia di sassi diversi, a che pro? A far sognare….
Una ricerca continua
Dall’insieme delle opere emana una forza non comune, sia per i soggetti trattati, che per i materiali utilizzati e la dimensione dei formati. Una forza pure legata a una grande sensibilità come lo mostrano i colori delicati soprattutto delle ultime opere.
Dal disegno al pennello, dal pennello alle materie diverse, dalle statue ai corpi vivi, dai sassi alle crete, dove sfocerà la ricerca?
Anna Rimoldi Beguin
Early works-oil
The Neptune’s Fountain in Florence’s piazza Della Signoria was the catalyst for a series of oil on canvas works completed between 2000 and 2005.
Marine deities, water lilies, bronze fauns, the God of the seas’ enormous white marble statue all do inspire works that are extremely powerful because of their scale, chromatic strength and original approach.
Primary subjects are fauns and horses.
The former figures’ bronze is rendered in darker shades of blue, green, brown while the horses’ marble is played out on lighter pink and grey tones. Of special interest is the blue-colored horse.
The underlying trait is confident, rendition realistic, while color lends the whole a modern-style touch.
The horse-theme will be further explored with various techniques and materials, ranging from India ink to sands.
Sands and matter.
In the San Quirico d’Orcia’s collegiate church(12th/13th cent.) two lions hold up the romanic-style cloister’s pillars.
Their partly weather-worn granular surface commands the artist’s endeavor to replicate its effect.
It marks the outset of a series of artworks, ranging from lions, to hilly landscapes or more abstract subjects, which mainly utilize sand pigments, fabric, various non-standard materials.
Elsewhere on some of this period’s works reliance on such material is more limited and complemented by mellower oil and acrylic layers.
In other paintings such experimentation materializes in abstract forms; the large granular surface of the canvas fuses with dark sands that are juxtaposed to bright white arenite, black and white effects align next to mellow arabesque lines, bicolor crosshatches reminiscent of Burri’s style.
In later works coats of mashed colored sands enhance the palette and thicken the texturing.
In addition to sands, gravel and wood sticks are used, along with organic material of various types. Colors become more differentiated , earth tones and ocher overflow into warm or colder-shaded greens that usher in the landscape.
Here are the large canvases where Tuscany’s rural landscape of Val d’Orcia and Le Crete area is given an unorthodox rendering: the paintbrush is replaced by thick coats and dripping layers of sand. So the skies, the hills far-ahead, the badlands, the richness of colorful fields, trees and flower species all seem to become embodied on the canvas.
In these works, anyone who is accustomed to these sceneries shall recognize the sweetly-rolling rounded hills, which once submerged in the Mediterranean Sea were eroded by its waters in remote eras, and the harsh farmlands that have since forever seen men’s hard labor.
Landscapes, testimony to an ancient civilization that crafts its beauty.
The unorthodox sandstone painting approach is also used in the depiction of various characters. The firm drawing lines find confirmation in the black and white works; the female body and faces, East Asian women.
From sand to stone
On a secluded shingle beach on the Tuscan shoreline, sand accumulates in grainy clusters while the sea’s undertow wears pebble to imaginatively-shaped objects.
An infinite array of colors and forms beckon the watchful eye which has the ability to observe and later transpose onto canvas.
Softly-nuanced pebble and stones, sometimes showing a white line streaking across them. The passing of a cloud or proximity to the ocean water transform colors. Splash water or a tiny twig cast ashore by the waves enrich the subject.
Mineral forms brought to life by the surrounding wilderness that’s in ceaseless motion.
It is a spectacle of form and color that’s found on paintings of different sizes. A large canvas, hundreds of different stones, to what effect? To inspire dreams.
An unrelenting quest.
An uncommon power emanates from her body of work, thanks to the represented subjects and also to the painting matter and size of the works.
A power that’s also related to a special sensitivity so as the latter works’ delicate colors do prove.
From drawing to paintbrush, from paintbrush to matter painting, from statues to living human bodies, from rocks to clays. Where will this quest take her next?
Anna Rimoldi Beguin